CON CHI PARTIRE
Il viaggio misura le nostre capacità
di adattamento, duttilità, di stare soli
e misurarci con noi stessi, piuttosto che con
gli altri
E' la nostra odissea personale.
Più lingue straniere parliamo, più
uomini siamo, diceva Carlo Magno, che era analfabeta,
ma grande viaggiatore.
I compagni di viaggio, vanno scelti con attenzione,
pensando anche alla destinazione, non solo alle
persone. In viaggio vengono a galla tutte le sfumature
caratteriali di ognuno, e se si sa viaggiare con
una persona, quella persona è davvero un
compagno ideale.
Mai temere un rifiuto o vergognarsi di comunicarlo.
In viaggio le cose vanno dette, possibilmente
nel modo giusto, più che in ogni altro
frangente. Non devono esserci tutti simpatici
e non dobbiamo essere simpatici a tutti.
In alcune circostanze, è sempre valido
il vecchio proverbio: meglio soli che male accompagnati.
Comunque, mai panico: basta osservare alcune regole
e caricarci noi, prima di pensare che debbano
farlo gli altri, di elasticità, fermezza
e cortesia. E pazienza, ovviamente.
- Per un viaggio che prevede molti spostamenti,
coincidenze, voli, NO ad amici e amiche ritardatari,
"spompi" o caricati di energie negative,
in genere poco puntuali.
- Viaggio avventuroso: NO a damerini/e, "figli
di papà", leziosi del pettine
- Per qualsiasi viaggio, NO a chi non si adatta
a cibi e climi diversi. NO a chi vuole parlare
solo italiano: non ha tanto importanza quante
lingue sai, piuttosto è importante che
si veda la volontà di comunicare: come,
si vedrà
Mai ridurci alla funzione
di tutore-traduttore per la pigrizia-presunzione
di altri. NO agli eterni ansiosi del domani,
quelli che vorrebbero sempre tutto programmato.
NO agli ipocondriaci.
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